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Myselfie Cottage

Brezza di Tenerife - Le domande cambiano

Published about 2 years ago • 3 min read

Adeje - Tavolino della sala
I maschi stanno giocando a carte, Olivia si è addormentata sul divano, Leti sta ascoltando improbabile musica K-Pop in camera sua e il Calda sta lavorando con Giulia (ciao Giulia, forse mi leggi!) dopo aver litigato pesantemente con una signora del residence che faceva fare la pipì ai cani in piscina. Non è facile mettersi a scrivere quando non sei riuscita a risolvere una diatriba (a me piacciono le discussioni, non i litigi), ma fortunatamente avevo messo in fila i pensieri stamattina, ora si tratta solo di scrivere.

E' già la terza volta che qualcuno mi scrive che vuole venire a Tenerife in vacanza e che io gli dico che forse non è l’idea migliore*. Potrebbe sembrare un indizio di insoddisfazione, un primo indicatore di cedimento e invece per me è un segno di una maturità che si sta piano piano facendo strada.

Tenerife sta, giorno per giorno, diventando la casa migliore che potessi desiderare per noi in questo momento: mentre ci permette di vivere con grandi spazi di libertà ci sta insegnando anche ad uscire dalle cose sapute, sia del mondo che di noi; mentre ci offre la possibilità di prendere decisioni senza condizionamenti, ci sta chiedendo anche di iniziare a contare su alcuni rapporti con cui confrontarci; mentre ci ha fatto trovare una casa dove poter lavorare e contemporaneamente avere i nostri spazi di relax, ci sta facendo desiderare nuovi passi di lavoro e di divertimento; mentre ci fa gustare una lentezza di vita di cui avevamo inconsapevolmente bisogno, ci sta insegnando l’attenzione e la presenza.

Può un luogo del genere non essere il luogo adatto a chiunque? Assolutamente sì, ora lo dico con ancora più consapevolezza e senza il bisogno di difendere l’isola che mi sta facendo diventare grande, perché alla radice delle scelte c’è sempre un desiderio.

Davanti ad un “mi consigli di venire a Tenerife?” non posso fare a meno di chiedere “cosa cerchi?” perché il punto è che spesso guardando le vite degli altri sovrapponiamo desideri e scelte, evitiamo di chiederci cosa cerchiamo noi, cosa desideriamo noi, perché davanti alla gioia o alle conquiste di un altro pensiamo che sia la circostanza quella che la determina.

Come ti ho già raccontato, ad ogni mesiversario dalla nostra partenza, a cena, dedichiamo un momento per fare il punto della situazione e per dirci come stiamo; da questo mese io ho sentito proprio il bisogno di cambiare tema, di cambiare domande, così non ci siamo chiesti come stiamo ma di cosa ciascuno è grato del mese trascorso e che cosa desidera per il mese successivo perché mi sembra di essere arrivati ad un punto dove l'eccezionalità dell'aver cambiato casa può lasciare il posto all'amore per la quotidianità. Mi ha colpito tantissimo che ciascuno alla voce desiderio non ha inserito qualcosa che si aspetta dall’esterno, ma qualcosa che desidera cambiare di sè (a parte Olivia che vuole una bicicletta) e mi sono detta che è un bel modo di stare qui e in qualunque luogo perché non delega a cose e persone la sua felicità, ma ci lavora a fondo per abbracciarla giorno per giorno.

La domanda giusta quindi non è “dove devo andare?”, ma "cosa desidero per me". Il dove cercare la possibile risposta a questo desiderio è una conseguenza possibile, non la condizione necessaria.

Tenerife è per noi casa, ma casa è per ciascuno diversa, la vita è scoprire passo dopo passo, desiderio dopo desiderio, scelta dopo scelta il contenuto di questa parola: CASA.

Ci sentiamo il mese prossimo, un abbraccio stretto

Rita.


*Tenerife per me è un posto che vale la pena visitare per un’infinità di ragioni, ma se uno desidera semplicemente una bella vacanza in un bel posto di mare, vale la pena risparmiarsi 4 ore e mezza di viaggio e una vacanza in mezzo a turisti e edificazioni massive.

Questo mese è stato un mese di visite e incontri, sono arrivati gli zii del Calda e poi i suoi genitori, la Rita ha incontrato Sabrina con cui ha avuto il privilegio di lavorare, ma che non aveva mai incontrato dal vivo (a parte una volta di sfuggita 8 anni fa senza sapere che un giorno avrebbero mangiato una pizza insieme a Tenerife) e i ragazzi grandi hanno fatto la loro prima gita senza famiglia e con un gruppetto di ragazzi della parrocchia. Sono partiti con qualche timore, ma con la fortuna di essere in due e sono tornati felici come una pasqua chiedendoci il permesso di andare agli incontri che fanno ogni sabato. Pare che stiano pianificando un’estate di attività e gite e a loro non sembra vero di poter fare qualcosa senza di noi (qui l’adolescenza si avvicina). La piccola ormai, oltre a girare autonoma e infilarsi a sorpresa nelle case altrui, parla una lingua non ben definita, Diego invece nonostante la sua eterna lotta con il suo essere “né troppo grande, né troppo piccolo”, ha esposto un quadro alla mostra del corso di pittura e pare che questo sia finalmente un ambito in cui si sente capace di dire IO (la Rita e il Calda in ogni caso si sentono degli sprovveduti cronici).

Il prossimo mese ritorna tutto regolare e speriamo anche il bel tempo perché, a detta dei tinerfeños, questa è la primavera più anomala e di maltempo che si sia mai vista sull’isola (giusto per prendere in giro la Rita e il Calda che pensavano di vivere costantemente al sole).

Ti lascio con le foto del mese (alcuni sono luoghi già visitati, ma gli occhi sono sempre nuovi) e con la promessa di farti vedere il Tajinaste Rojo fiorito se la famiglia riesce ad andare sul Teide nel momento giusto. (QUI ci sono tutte le foto di questi mesi)

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