profile

Myselfie Cottage

L'ultima Brezza di Tenerife đź’—

Published almost 2 years ago • 5 min read

Adeje - ​Bordo piscina
Sono giorni di Calima, la temperatura si aggira attorno ai 32 gradi e il cielo è coperto dalla sabbia del Sahara. I Canari dicono che è un caldo insolito e troppo pesante e io un po’ sorrido sapendo che questa invece è la migliore temperatura che potevamo avere in Italia in questo periodo.

Siamo giunti all’ultima Brezza, te l’avevo preannunciato e io sono contenta, sorpresa ed emozionata di essere arrivata qui.

E’ passato un anno dal nostro arrivo a Tenerife e se penso a quei giorni sento una grandissima tenerezza per quella famiglia che muoveva timidamente i propri passi su questa terra, ciascuno con le sue paure, sofferenze e desideri… ci guardo oggi sorpresa di quello che quest'anno ci ha regalato (volando via come il vento). Metto in fila i più significativi di quei regali per condividerne l'insegnamento con te, come ultimo dono di questo nostro tempo insieme.

Tenerife mi ha insegnato a ricominciare: l'ha fatto con il panorama, con il clima, con una nuova casa, nuove routine, nuove decisioni, nuovi desideri nuove usanze. L’ha fatto con il lavoro perché prima di partire sapevo che qualcosa sarebbe cambiato ma mai avrei immaginato che mentre lasciavo la nostra casa in terra padana stavo in realtà muovendo i primi passi per chiudere anche la mia prima esperienza autonoma con Myselfie Cottage. Qui tutto è diventato chiaro, come se una volta “fuori”, da un’altra parte, dove nessuno sapeva nulla di me, mi fossi data la possibilità di intravedere segni che chiaramente mi stavano dicendo “e ora perché non vai lì?”. Ma mi ha insegnato a ricominciare soprattutto con i rapporti facendomi scoprire che se tu hai chiaro quello che desideri, i rapporti che nascono sono più "essenziali" perché parlano a quel desiderio, lo alimentano, ne tengono conto, ed è incredibile scoprire che questo è possibile in qualunque luogo.

Tenerife mi ha insegnato il gusto dell’attesa: la zona in cui vado a correre la mattina non ha niente a che vedere con le descrizioni hawaiane di Murakami perché io, a differenza sua, corro nella zona industriale dietro casa. Vado lì perché è comoda e mi permette di fare un anello tra salite e discese per un totale di 20 minuti di corsa. In questa zona ci sono diverse officine e di fianco a ciascuna c'è una caffetteria; c'è un chiringuito super carino con le panche anche di fianco al posto in cui si fa il tagliando della macchina e tra la gente in attesa c’è un clima disteso e conviviale, nessuno sbuffa perché c'è la caffetteria, così invece di lamentarsi per l'attesa dicono "ottimo, già che devo aspettare mi mangio una brioches e faccio due chiacchiere". Allo stesso modo mi è capitato di dovermi trovare con gli amici di qui per andare a qualche incontro o attività e l’orario di ritrovo viene sempre concordato un po’ in anticipo “così prima ci beviamo un caffè". Sembra una scemenza, una cosa da poco, ma sto imparando questo genere di attesa in cui mentre bevi un caffè, ti leggi un libro o fai due chiacchiere il tempo passa, tu ti sei goduto quel frammento e le cose accadono.

Tenerife mi ha insegnato a raccontarmi un’altra storia . “Io non sono quel genere di persona”, “io non sono una che si relaziona facilmente”, “io non sono una simpatica”, “io non sono una sportiva”, “io sono una che sta bene per i fatti suoi”, “io sono una che sta dietro le quinte”. Ho passato anni a dirmi queste cose, a raccontarmi questa storia, mi calzava, ci stavo comoda.. fino a che non mi sono trovata scomoda in una nuova terra e con un grandissimo desiderio di “nuovo”, non solo fuori di me anche dentro di me. Così ho seguito il consiglio del Calda e ho fatto una cosa che mai avrei fatto in Italia ("metti che mi vede qualcuno"): mi sono iscritta boxe. Da ottobre dello scorso anno, tre volte a settimana per 1 ora e mezza ho passato il mio tempo tra maschi puzzolenti (non che io fossi da meno) e musica rap e ho iniziato a scoprire di me cose che non sapevo. Ho pianto alla fine della prima lezione (“Calda, mi vergogno troppo”), ma ho continuato e non hai idea di quanto io abbia imparato in questo anno di “pugni” (che poi quello dei pugni è solo un dettaglio). Ho scoperto che mi ci vuole un pochino, ma che se ho il coraggio di stare nel disagio del “oddio, mi vedono", poi ci guadagno sempre; ho scoperto che sono rapida ad imparare quanto più ho un maestro da guardare (il mio si chiama Sandro Dinamita Dominguez XD) e un gruppo con cui condividere i passi; ho scoperto che il riconoscimento di quei passi può venire da chiunque, non necessariamente dalla persona che hai in mente tu (per me è stato il mio compagno Pedro maestro di vulnerabilità che nelle ultime lezioni mi ha ricordato di come ero quando ho iniziato); ho scoperto che puoi passare un’ora e mezza di tempo senza pensare ad altro che a fare bene dei movimenti e che sentire il corpo che lavora ha tanto valore quando accorgersi della mente che ragiona; ho capito che per quanto individuale possa essere il tuo desiderio di crescere, c’è lì di fianco qualcuno che sudando ti ricorda che non sei l’unica a desiderarlo. Potrei andare avanti all’infinito, ma la sintesi è una: vale la pena a volte fare tabula rasa, smettere di dare per scontato di sapere chi siamo e provare a conoscersi di nuovo.

Tenerife mi ha insegnato che chiedersi “ne abbiamo davvero bisogno?" è una delle domande più importanti che possiamo farci a vicenda perché mentre rispondiamo a questa domanda andiamo sempre più a fondo di cosa davvero conta nella vita.

Tenerife mi ha insegnato che la mia famiglia è il luogo privilegiato delle domande che contano e che se prescindo da lei, mi perdo per strada. Tenerife mi ricorda ogni giorno che il rapporto con il Calda è il mio luogo, la mia casa, l’unica casa che conta, che potrebbe spostarsi ovunque e mantenermi comunque radicata.

Ci sarebbe un “tenerife mi ha insegnato” per ogni giorno di questo anno, ma io credo che il punto non sia mai stato “Tenerife”. Tenerife è solo una forma che può avere la vita, ma chiunque di noi può ogni giorno decidere di spostarsi dal “già saputo” e lasciare spazio a quello che non sa… Certo per noi Caldas che siamo soliti “bruciare le navi” forse è stato inevitabile, ma il punto è sempre e solo uno: desiderare! E questo è possibile per tutti.

Ti abbraccio con immenso affetto e la gratitudine di chi sa che non sarebbe qui senza questi anni insieme (e le oltre 300 mail che ci siamo scambiati)

Noi comunque - e se ti va - ci sentiamo ancora con Road to Rita, so che lì si parla di lavoro, ma per me le cose sono sempre sullo stesso tavolo (e le cose da raccontarti sono sempre tantissime).

A presto, Rita


​

I ragazzi grandi sono andati in campeggio e sono tornati puzzolenti e felici, Leti ha raccontato cose profondissime mentre Davide ha passato il tempo a raccontare aneddoti stupidissimi a dimostrazione del fatto che si può essere nello stesso posto ma avere punti di osservazione profondamente diversi (e servono tutti!). In questo mese sono arrivati gli zii australiani-vegetariani che hanno portato una ventata di “esotico” nella vita dei Caldas, sono stati giorni di gioia, di giornate nella natura, di colazioni lunghissime a base di strani abbinamenti tra semi e frutta secca. Il Calda è tornato in Italia per qualche giorno ed è ritornato qui come se avesse fatto un retreat di mindfulness in CostaRica. Dice che non è merito dell’Italia, ma dei mesi qui che in Italia si sono resi chiari. Non l’abbiamo mai visto così zen e la Rita lo osserva curiosa (provando a lasciarsi contagiare).

Io non sono tipo da addii (si vede che sono un personaggio inventato dalla Rita) quindi non ti saluterò con frasi ad effetto, ma ti garantisco che non me ne andrò dalla famiglia Calda, semplicemente mi concederò di non stare tutto il tempo ad osservarli regalandomi voli liberi un po’ dove mi pare. Sto tranquillo perché la Rita è stata furba: ha scelto un piccione per raccontare le loro giornate, e di piccioni è pieno il mondo, per questo sono certo che nessuno si dimenticherà di me.

​Ti lascio le foto di questi ultimi tempi e ti mando un abbraccio piumato più lungo del solito. Celestino

​


​Come già sai il progetto Myselfie Cottage è giunto al termine

Hai acquistato il BAULE del COTTAGE?

E' l'occasione unica di avere tutti i manuali di MyselfieCottage (+ extra) ad un prezzo piccolissimo. Lo trovi con la prime due Masterclass che parla di TALENTI e VOCAZIONE

Myselfie Cottage

Read more from Myselfie Cottage

Adeje - Divano della sala E' tardo pomeriggio. Scrivo con il Pc sulle gambe perché in “studio” era il turno del Calda che sta allenando una cliente; un pittore francese ci sta ri- tinteggiando il soffitto del bagno (so che si chiama imbianchino ma per me sono comunque pittori), i bambini al parchetto stanno giocando a Marco-Polo (è tipo “uno-due-tre-stella!” ma più fastidioso ;-)), fuori il tempo è nuvoloso e fresco, tanto che mentre scrivo mi sto bevendo una infusione di karkadè e frutti...

almost 2 years ago • 3 min read

Adeje - Cucina di casa Scrivo sul cellulare perché sto controllando le focacce che sono in forno e non mi voglio lasciar sfuggire quello che ti sto per scrivere. Tra poco arrivano Fran e Pili per un aperitivo domenicale, Il Calda è appena rientrato con Olli, hanno portato Diego ad un compleanno in spiaggia, Davide sta leggendo un manga tentando di combattere il mal di testa e Leti è in camera sua a fare bullet journal mentre chiacchiera con la sua amica Siria. Immagina la scena: Olli è in...

almost 2 years ago • 4 min read

Adeje - Tavolino della sala I maschi stanno giocando a carte, Olivia si è addormentata sul divano, Leti sta ascoltando improbabile musica K-Pop in camera sua e il Calda sta lavorando con Giulia (ciao Giulia, forse mi leggi!) dopo aver litigato pesantemente con una signora del residence che faceva fare la pipì ai cani in piscina. Non è facile mettersi a scrivere quando non sei riuscita a risolvere una diatriba (a me piacciono le discussioni, non i litigi), ma fortunatamente avevo messo in fila...

about 2 years ago • 3 min read
Share this post